Il gelido inverno del 2012: un evento meteo che ha segnato la storia italiana
L’inverno del 2012 è stato un periodo che ha lasciato un segno indelebile nella storia meteo italiana. Un’ondata di freddo eccezionale ha avvolto l’intera penisola, con l’Abruzzo che si è distinto come l’epicentro di questo fenomeno meteorologico estremo.
Temperature record in Abruzzo
Il 15 febbraio 2012, l’Abruzzo ha registrato temperature da record. I termometri a Tagliacozzo hanno segnato -28,6 °C, sull’Altopiano di Marsia si sono toccati i -35,8 °C e ai Piani di Pezza, nel comune di Rocca di Mezzo, si è raggiunto il record assoluto di -37,4 °C. Questi valori rappresentano le temperature più basse mai misurate in Italia.
Condizioni estreme anche in Umbria e Trieste
Anche l’Umbria ha vissuto condizioni meteo estreme. L’altopiano di Castelluccio di Norcia, a 1350 metri di altitudine, ha registrato notti costantemente sotto i -25 °C, con punte che hanno sfiorato i -30 °C. Sul Monte Vettore, la neve ha resistito per tutta l’estate, sciogliendosi completamente solo a metà settembre.
A Trieste, il gelo è stato particolarmente severo: tra il 1° e il 4 febbraio, le temperature lungo la costa sono scese a minime di -10/-12 °C, mentre le massime non hanno superato i -6 °C. Il ghiaccio marino ha invaso i moli, con spessori di decine di centimetri dovuti all’intensa combinazione tra vento gelido e temperature rigide, congelando il mare persino nelle ore più soleggiate.
Neve abbondante in tutta la penisola
Le nevicate hanno raggiunto livelli straordinari in tutta la Penisola, con accumuli di due metri in pianura e fino a cinque metri in montagna. Il freddo ha cominciato a farsi sentire a fine gennaio e, nei primi giorni di febbraio, le nevicate si sono spinte a bassa quota, colpendo progressivamente il Nord, il Centro e infine il Sud.
La neve è arrivata persino in zone costiere, imbiancando luoghi dove questi fenomeni sono rari, come la costa tirrenica centrale. A Roma, la neve è caduta in due distinti episodi, fra il 3 e il 4 febbraio e fra il 10 e l’11 febbraio, regalando uno spettacolo che la città non vedeva da anni, con accumuli significativi anche nelle aree marittime.
Il Nord-Ovest e il Centro Italia sotto la neve
Nel Nord-Ovest italiano, l’ondata di freddo si è manifestata a partire dal 28 gennaio. Piemonte e Liguria sono state tra le prime regioni a essere colpite, con nevicate che hanno raggiunto i 70 cm nel Cuneese e hanno imbiancato Torino.
Spostandosi verso il Centro, la Toscana ha vissuto nevicate diffuse: il 1° febbraio la neve è arrivata fino a Viareggio, con accumuli di 10 cm a Empoli, 20-25 cm a Livorno e 27 cm a Siena. Nella zona costiera tra Viareggio e le Cinque Terre, lo strato nevoso ha superato ovunque i 10 cm.
Emilia-Romagna e Lazio: neve e freddo intenso
In Emilia-Romagna, la neve è caduta abbondante su tutta la pianura orientale e successivamente si è spostata verso il litorale tirrenico. Le province di Forlì-Cesena, Rimini e Pesaro-Urbino hanno registrato quantitativi storici, con accumuli che hanno raggiunto 4,5 metri in collina, 200 cm a Cesena, 170 cm a Forlì e 327 cm a Urbino. Sulla costa romagnola, dopo il 12 febbraio, si sono registrati ovunque almeno 75 cm di neve.
Anche il Lazio è stato duramente colpito. Tra il 10 e l’11 febbraio, temporali nevosi hanno interessato nuovamente Roma, con accumuli fino a 15-20 cm nelle aree settentrionali ed orientali della città. Durante lo stesso periodo, il litorale laziale ha vissuto il secondo episodio nevoso dopo quello del 3 febbraio.
Il Sud Italia non risparmiato
Nel sud Italia, la Puglia ha sperimentato condizioni meteo eccezionali. Sulla Murgia sono caduti oltre 30 cm di neve tra il 6 e il 7 febbraio, con una nuova ondata il 14 febbraio che ha interessato il sud-est barese e il nord brindisino. Nella provincia di Foggia, la neve ha raggiunto i 10 cm in tutti i comuni, eccetto le zone costiere dove l’accumulo si è fermato a 2-3 cm. Sui Monti della Daunia, invece, gli accumuli hanno superato i 50 cm, isolando alcuni centri abitati nei giorni più nevosi.
L’ondata di freddo del 2012 è rimasta impressa nella memoria collettiva per l’eccezionalità delle temperature e delle nevicate, rendendo quell’inverno uno dei più rigidi e suggestivi della storia meteo italiana recente.
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