Le dinamiche meteorologiche delle irruzioni di aria fredda
Le irruzioni di aria fredda che possono interessare l’Europa e l’Italia sono eventi meteorologici abbastanza frequenti durante la stagione invernale. Questi fenomeni sono causati dall’arrivo di masse d’aria fredda provenienti da diverse regioni geografiche. Queste masse d’aria, che variano per origine e caratteristiche, possono determinare cambiamenti significativi nel meteo e nelle condizioni atmosferiche, causando temperature rigide, neve, gelate e condizioni di meteo estremo.
Le irruzioni di aria fredda polare
Un tipo di irruzione molto comune è quella causata dall’arrivo di masse d’aria polare. L’aria polare, tipica delle latitudini elevate dell’emisfero nord, può essere di due tipi principali: polare marittima e polare continentale. Questo tipo di aria si forma nelle regioni comprese tra i 55° e i 70° di latitudine nord, principalmente sopra l’Oceano Atlantico settentrionale o sopra le vaste pianure della Russia e dell’Europa orientale.
Quando una massa di aria polare si sposta verso sud, incontrando l’Europa e l’Italia, può portare un abbassamento improvviso delle temperature, soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio. In queste situazioni, l’Italia può essere divisa in diverse zone d’impatto. Nel Nord Italia, specialmente in Piemonte, Lombardia e Veneto, l’arrivo dell’aria polare può generare gelate intense, specie nelle aree prealpine e alpine. Il Centro Italia, con regioni come Toscana e Umbria, sperimenta temperature rigide ma meno severe rispetto al Nord, mentre nel Sud Italia, particolarmente in Puglia, Basilicata e Calabria, le irruzioni polari sono meno frequenti ma comunque in grado di portare un forte raffreddamento e occasionali nevicate. Nevicate abbondanti si possono avere in Appennino. In una prima fase, la Valle Padana e gran parte del Nord, patisce di Favonio, ovvero un vento adiabatico che causa un aumento iccipiente della temperatura che trae in inganno, perché poi piomberà il freddo al calare del vento.
L’aria polare marittima
L’aria polare di origine marittima si sviluppa principalmente sopra gli Oceani freddi. In Europa, l’origine di queste masse d’aria è generalmente l’Atlantico settentrionale. Questa tipologia di aria è meno fredda rispetto all’aria continentale perché, nel suo percorso, transita sopra mari o Oceani che contribuiscono a riscaldarla. Tuttavia, l’aria polare marittima porta con sé grande umidità, che può tradursi in fenomeni nevosi intensi, soprattutto sulle zone costiere e montuose.
Quando questa massa d’aria raggiunge l’Italia, specialmente nel periodo invernale, può causare abbondanti nevicate nelle regioni settentrionali come l’Emilia-Romagna, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, a causa della condensazione dell’umidità presente. Il Nord Ovest risulta penalizzato per la neve, e si può verificare il Favonio, ovvero un vento di caduta, quindi adiabatico che causa un aumento della temperatura temporaneo. Tuttavia, tale massa d’aria contribuisce alla genesi del cuscinetto freddo padano.
Nel Centro Italia, regioni come le Marche e l’Abruzzo possono vedere accumuli nevosi significativi, specialmente nelle aree appenniniche, mentre nel Sud Italia e sulle Isole Maggiori, come la Sardegna e la Sicilia, l’aria polare marittima tende a manifestarsi con piogge fredde e, raramente, con neve a bassa quota. In Sardegna e Sicilia, ma sui rilievi, non sono rare nevicate abbondanti.
L’aria artica proveniente dall’Artico russo
Un altro tipo di irruzione di aria fredda che può influenzare l’Europa e l’Italia è quello causato dall’aria di origine artica proveniente dall’Artico russo. Questa massa d’aria si sviluppa sopra le gelide superfici della Russia settentrionale e della Siberia durante la stagione invernale, quando il terreno e le acque superficiali raggiungono temperature estremamente basse.
L’aria artica russa è spesso estremamente gelida e secca, poiché viaggia sopra vaste pianure coperte di neve, senza incontrare mari o oceani che potrebbero riscaldarla. Quando questa massa d’aria raggiunge l’Europa, generalmente tra dicembre e febbraio, può portare con sé temperature estremamente rigide, scendendo spesso sotto lo zero anche di parecchi gradi. Nel Nord Italia, le ondate di freddo artico possono provocare forti gelate, mentre nel Centro Italia e nel Sud Italia l’impatto è meno intenso, ma comunque significativo. In Adriatico si possono avere forti nevicate che si estendono all’Emilia Romagna. Nevicate sono rare in tutto l’Appennino meridionale, e talvolta possono toccare quote basse della Sicilia. Occasionalmente, nubi e neve toccano anche la Sardegna.
Questo freddo può aggirare l’arco alpino e giungere anche dalla Valle del Rodano favorendo anche la formazione di una ciclogenesi mediterranea, poi ideale per nevicate anche in pianura, dalla Sardegna verso la Toscana ed il Lazio, e a quote molto basse al Sud Italia.
Il gelo siberiano
Il fenomeno più estremo in termini di irruzioni di aria fredda è rappresentato dal gelo siberiano. L’aria siberiana, anch’essa di origine continentale, si forma sulla Siberia, una vasta regione caratterizzata da inverni rigidissimi. Le temperature in questa parte del Mondo possono facilmente scendere tra i -40 e anche sotto-50 °C. Quando questa massa di aria fredda si mette in movimento e raggiunge l’Europa e l’Italia, può portare a un abbassamento drastico delle temperature, specie durante i mesi di gennaio e febbraio.
In Italia, gli effetti del gelo siberiano sono particolarmente marcati nel Nord Italia, con temperature che possono scendere facilmente sotto i -10/-15 °C in aree come la Pianura Padana. Nel Centro Italia, i fenomeni di gelo siberiano possono causare nevicate abbondanti soprattutto nelle zone appenniniche e adriatiche, come pure in Emilia Romagna, mentre nel Sud Italia e sulle Isole Maggiori, le temperature restano generalmente sopra lo zero, ma possono comunque verificarsi gelate notturne, soprattutto nelle zone interne. Le maggiori ondate di gelo siberiano possono causare nevicate in pianura sino alla Sicilia e la Sardegna.
Queste irruzioni di aria fredda, che derivano da masse d’aria polare, artica e siberiana, rappresentano uno dei principali fenomeni di meteo estremo invernale che possono colpire l’Italia. Quando si associano a basse pressioni sul Mar Tirreno, si realizzano nevicate importanti in quasi tutta Italia. Un classico di questi fenomeni avvenne nel 1985 e 2012.
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