La Lombardia risulta una delle regioni italiane che subito maggiori cambiamenti climatici. Da circa dieci anni non si verificano nevicate di una certa rilevanza in pianura. Le ultime hanno interessato la bassa pianura lombarda, ma sono insignificanti se raffrontate a quelle che venivano il decennio precedente.
Ormai fare una previsione di neve per Milano dato che se ne parla spesso, è come puntare una scommessa al lotto. Spesso ci sono le condizioni meteo per vedere la neve, ma poi una serie di fattori fanno saltare le condizioni che erano precedentemente ideali.
Sarà pur vero che ogni anno una fioccata su Milano la si vede, ma l’ultima nevicata seria che ha interessato la città è quella 28 dicembre 2019. Un fenomeno meteo agevolato soprattutto dall’intensità della perturbazione, con tanta neve come non la si vedeva dal 2012. Ed è proprio in quegli anni che Milano e la pianura lombarda vedevano la neve con notevole frequenza, mentre in quest’ultimo decennio chi viene a vivere Milano la neve praticamente non avete quasi più.
Gli inverni sovente trascorrono nebbiosi in pianura dove si genera il freddo derivante dalla inversione termica. Ma è un freddo auto-generato, mentre in montagna spesso manca la neve. E le nevicate giungono tardivamente e precocemente, mentre mancano nel culmine della stagione invernale, quando si accentua il minimo annuo di precipitazioni. Periodo ideale per il mantenimento della neve al suolo, essendo più freddo dell’anno.
Questa è estremizzazione climatica.
Le stagioni invernali vedono anche picchi di temperatura molto elevati. Sarebbero stati senz’altro da record, escludendo gli eventi di Favonio, le calde giornate di Capodanno che hanno interessato la regione alpina, dove senza il Favonio, la temperatura ha toccato valori primaverili, con lo zero termico che è salito a livelli estivi.
E tali sbalzi termici creano scompiglio anche nell’ambiente naturale, con il rischio di un precoce risveglio vegetativo. Infatti, l’alta pressione tornerà, avremo nuovamente anomalie termiche verso l’alto in montagna dopo questo periodo freddo. Ed il freddo che è giunto tutto sommato è tipico di quella media di riferimento. Ma ogni decennio le medie climatiche vengono aggiornate, ed in futuro le anomalie del clima appariranno più soft.
Si calcola che il clima lombardo abbia avuto un aumento della temperatura media delle stagioni estreme anche di oltre 3 °C. Particolarmente drammatica è divenuta l’estate, con il suo caldo esagerato, anche se però non si toccano quei picchi di temperatura che sono i record storici. Valori che però vengono sfiorati frequentemente.
Ormai trascorrere l’estate in pianura è divenuto uno stress psicofisico, ciò a causa dell’alto tasso di umidità e l’alta temperatura. E l’esigenza di dotare le abitazioni di un impianto di climatizzazione è praticamente ormai la norma. Le nuove abitazioni vengono costruite già predisposte o climatizzate.
Durante le notti d’estate la temperatura non scenda sotto i 20 °C anche in aperta campagna, e ciò determina la classificazione di quelle giornate caratterizzate da notti tropicali. Un altro fenomeno meteo che è un indice di tropicalizzazione del clima. Ed il numero di notti tropicali in alcuni decenni è più che raddoppiato. Poi c’è da citare l’intensità dei temporali, generalmente più intensi rispetto al passato, con un rilevante incremento delle grandinate che a volte raggiungono anche grosse dimensioni. Inoltre, i temporali estivi si mostrano caratterizzati da tempeste elettriche, proprio come succede nei climi tropicali. E poi c’è la pioggia che gli accompagna, estremamente concentrata in brevissimi periodi, con nubifragi estremi.
Tutto ciò sta modificando anche l’equilibrio del clima invernale, che rimane rigido soprattutto in pianura a causa dell’inversione termica, non tanto per l’arrivo di aria fredda che succede ormai sempre più occasionalmente.
In passato erano frequenti irruzioni d’aria fredda da est, dalla Siberia. Queste in un contesto globale si sono sensibilmente ridotte, alterando il clima non solo in Lombardia ma in tutta Europa. I maggiori istituti che studiano il clima europeo hanno definito il nostro continente come quello che ha avuto il maggior aumento della temperatura rispetto al periodo preindustriale, ovvero complessivamente 2,4 °C. E da qui ecco che le condizioni meteo sono cambiate in tutte le stagioni.