Chi, dopo una nevicata importante, non si è accorto che faccia più freddo, a prescindere dal meteo. Le nevicate in Lombardia sono quasi tutte per “addolcimento” e quindi paradossalmente dopo di esse dovrebbe venire una fase mite. Ed è così, ma in quota.
Al suolo si originano due fenomeni meteo importantissimi: l’albedo e il potere raffreddante notturno.
Il primo termine, si intuisce, si verifica di giorno. Si intende il potere riflettente del manto nevoso fresca, circa 0,9, grazie al colore bianco brillante. Proprio con l’arrivo dell’inverno e delle prime nevicate sulle aree continentali si sente spesso parlare del cosiddetto “effetto Albedo”, ben noto agli amanti del freddo e della neve. Sostanzialmente, la neve fresca, avendo un colore bianco brillante è dotata di un forte potere riflettente. Essa riesce a rimandare in aria quasi tutta la luce che le viene scaricata addosso dal sole. Di conseguenza, nello strato d’aria prossimo al manto nevoso, le temperature tendono ad abbassarsi, anche su valori ben al di sotto degli zero gradi in pieno giorno, anche se in quota non c’è una vera e propria ondata di gelo.
Il secondo temine indica invece il potere di raffreddamento notturno. Il manto nevoso, di suo, isolando il terreno dallo strato d’aria sovrastante contribuisce a raffreddare notevolmente quest’ultimo, soprattutto in presenza di nottate calme e serene, con scarsa ventilazione e aria secca a quote un po’ più alte. Queste con le condizioni meteo post-frontali nella nostra regione, che hanno la facoltà di determinare dei bruschi cali termici degli strati di aria sovrastanti. Ecco perché, in presenza di suoli molto innevati, le minime possono scendere anche di 5-8°C rispetto a quelli non innevati.
Ribadiamo il concetto di “suolo ben innevato”: non bastano 2-3 cm di neve, ma ne servono almeno 15-20, possibilmente compatta e non troppo umida (nevicata con valori positivi). Se per terra c’è un centimetro qua e là le conseguenze sono del tutto trascurabili.