In Lombardia c’è un parametro meteo assai frequente e spesso usato in estate: l’afa. I lettori sanno bene che nelle giornate calde e soffocanti che opprimono le nostre città il clima può farsi pesante: si suda solo stando fermi!
Cerchiamo di capire l’origine di questo fenomeno che interessa in modo particolare la Pianura Padana durante i mesi estivi (quindi non solo la nostra regione).
La situazione meteorologica estiva sulla conca padano-alpina è notoriamente caratterizzata dalla presenza di masse d’aria a lenta circolazione, per effetto dell’anticiclone atlantico e di quello europeo (molto frequenti nel trimestre estivo).
Le condizioni ideali per la formazione dell’afa sono la mancanza di vento, l’elevata temperatura e l’alta insolazione.
Le condizioni afose sono percepibili come una sensazione di temperatura superiore, determinata dall’alto tasso di umidità che non permette la perfetta sudorazione e di conseguenza la perdita di calore.
Il fenomeno è tanto più intenso quanto più è elevato il rapporto tra umidità relativa e temperatura. Infatti, è più supportabile avere 35°C con il 10% di umidità relativa che solo 28°C e l’80%. Chi normalmente è più esposto al disagio fisico dell’afa sono generalmente gli individui più deboli o debilitati: bambini, anziani, malati, ma anche chi pratica attività sportiva.
Forse non tutti sanno che le ore peggiori per le conseguenze dell’afa NON sono quelle centrali (attorno a mezzogiorno), bensì quelle serali! Come mai? Se, dopo le 20, da un lato il sole oramai è basso e le temperature (lentamente) scendono, ma dall’altro l’umidità assoluta si impenna. Ecco che è proprio tra le 20 e le 22 la fascia peggiore per i colpi di calore, soprattutto nei grossi centri urbani.