La Lombardia è piuttosto interessata da uno strano fenomeno meteo: la neve chimica. Perché strano? Per il fatto di essere…antropico!
Le città altamente industrializzate rilasciano nell’atmosfera elevati quantitativi di calore, vapore acqueo oltre che a sostanze come: silicati, solfuri, ossido di rame, ioduri di mercurio e piombo.
Tali sostanze inquinanti fungono da nuclei di condensazione che favoriscono la cosiddetta nucleazione (CCN) che dà origine alla precipitazione.
Il loro ruolo è infatti quello di modificare la formazione e la microfisica delle nubi, influendo appunto anche sulla precipitazione.
In particolare, è noto alcune sostanze chimiche come lo ioduro di piombo e il solfuro di rame sono degli efficienti IN, ovvero favoriscono la formazione di cristalli di ghiaccio anche a temperature di poco inferiori agli 0°C (nucleazione eterogenea). Si origina così un particolato antropico: avendo una geometria simile a quella dei cristalli di ghiaccio, ovvero esagonale, funge da innesco per la formazione delle meteore, simili a fiocchi di neve. Successivamente, una volta accresciuti e diventati di una certa grandezza, iniziano a cadere verso il basso, causando una vera e propria nevicata, del tutto analoga a quelle “naturali”.
Forse non tutti sanno che la neve chimica avviene in condizioni meteo…anticicloniche! Può sembrare strano, ma si origina in assenza di perturbazioni e in presenza di fitte nebbie.
In casi di elevato inquinamento, non è escluso infatti che possano verificarsi deboli nevicate chimiche, dovute alla formazione di cristallogenesi attorno alle particelle di smog presenti nell’atmosfera.
In Italia, questo fenomeno meteo interessa quasi solo la Pianura Padana (ovviamente Lombardia inclusa), area caratterizzata da un elevato tasso d’inquinamento.