La tendenza meteo per la Lombardia appare abbastanza ben definibile per quanto concerne il breve periodo di previsione. Infatti, possiamo sostenere che quantomeno sino all’inizio di febbraio avremo una rottura del lunghissimo periodo di alta pressione che sta caratterizzando le condizioni meteo della nostra regione.
Giungerà una massa d’aria fredda proveniente da nord che andrà a scavare un profondissimo minimo di bassa pressione sul Golfo Ligure, che però rapidamente poi si porterà verso il Sud Italia. In questo contesto la nostra regione non vedrà precipitazioni di rilievo, senonché a ridosso dell’arco alpino, in prossimità delle località di crinale.
Per meglio intenderci, si potrebbero verificare nevicate nella zona di Madesimo, come anche quella di Livigno, ma specialmente su quest’ultima, essendo più soggetta, con le correnti settentrionali a quello che viene definito uno sconfinamento delle precipitazioni, che saranno attese particolare copiose nelle Alpi della Svizzera sino alle bassissime quote.
Ma verso le Prealpi e la pianura si verificherà una nuova fase di Favonio, che determinerà ampi rasserenamenti, e un nuovo temporaneo, e piuttosto consistente balzo termico verso l’alto, seguito poi dal solito crollo delle temperature soprattutto nelle valli in pianura al cessare del vento.
Dopo il 5°giorno di previsione prevale l’incertezza completa nel definire un bollettino meteo in ambito ristretto come quello di una regione come la Lombardia. Ma anche perché la circolazione atmosferica europea potrebbe essere alquanto variabile, anzi molto ipotetica. Alcuni modelli matematici prospettano il ritorno potente dell’alta pressione, altri invece una situazione incerta, e tuttavia non favorevole nel medio termine a precipitazioni nella nostra regione, con sempre l’incognita di nuovi importanti flussi settentrionali che andrebbero temporaneamente a darci il solito Favonio.
E in tutto questo contesto, avremo anche il rischio della nebbia che tornerà nuovamente in pianura. Ed ecco che l’aria fredda giunta in quota si farà sentire e si avranno anche nuove gelate.
In sintesi, in un periodo di previsione di circa 10 giorni la neve dovrebbe tornare esclusivamente prossimità del crinale alpino, e purtroppo non sono al momento previste nevicate sulle nostre montagne che continueranno a patire un consistente deficit pluviometrico che si traduce in assenza di neve fresca.
Andiamo al più lungo termine. Anche stavolta ci siamo rivolti alla consultazione di modelli matematici con un range previsionale più ampio, al fine di comprendere la durata delle anomalie meteo climatiche che stanno interessando la Lombardia. E lo abbiamo fatto con l’ausilio del Centro Meteo Europeo, consultando l’ultimo aggiornamento relativo alle proiezioni di ECMWF.
Attorno a metà mese si potrebbero avere prospettive di un abbassamento della temperatura, questo perché l’anticiclone andrebbe a perdere forza, inoltre il Vortice Polare andrebbe a generare un più potente lobo freddo in Europa. Questo favorirebbe la formazione di aree di bassa pressione che andrebbero a interessare anche la Lombardia.
Ma ecco che vediamo meglio i dati. Allora, abbiamo parlato di un calo termico che però stavolta si percepirà soprattutto in montagna. Ed è in montagna che si verificheranno le precipitazioni maggiori, soprattutto a partire dalla metà del mese di febbraio, quando potrebbe tornare la neve.
Non possiamo pronunciarci su una previsione di neve a quote basse, al momento prevale una consistente incertezza da parte di modelli matematici di previsione. Perciò preferiamo non entrare in questo dettaglio. Lo faremo nei nuovi aggiornamenti. Ma quello che comunque emerge è la ripresa delle precipitazioni, elemento non poco trascurabile perché riprenderebbe nel caso, eventualmente, a piovere in pianura, e di ciò ne beneficerà soprattutto la qualità dell’aria, in quanto le ridurrebbero gli agenti inquinanti sospensione.
Per quanto concerne l’entità delle precipitazioni previste in un periodo di 46 giorni, queste sono attese deficitarie su tutta l’area di pianura, in quanto dovrebbero cominciare a essere più consistenti verso la seconda decade di febbraio; ma, in un lasso di tempo di circa due settimane si potrebbero verificare precipitazioni di media entità.
Ben più abbondanti le precipitazioni che sono previste sui rilievi, soprattutto quelli alpini, dove tornerà finalmente a nevicare copiosamente. In questo caso nevicherà su tutte le località alpine della regione lombarda. Ovviamente, trattandosi di previsioni a lungo termine, sarà necessario avere conferma.
Per quanto concerne le anomalie, queste saranno ancora presenti, anche perché ormai fanno parte del nuovo clima, e direi che c’è il rischio che le precipitazioni risultino intense e concentrate in brevi periodi, poi seguiti da fasi asciutte. Ormai questa sembrerebbe essere una linea di tendenza abbastanza consolidata, non solo in Lombardia ma in ampie aree del nostro Pianeta.
Inoltre, col trascorrere delle settimane di febbraio, avremo un sensibile aumento della radiazione solare e di pari passo anche della durata del giorno, ed ecco che l’inverno volgerà al termine. Rammentiamo che il 1° marzo inizierà la primavera meteorologica, e solitamente questa dovrebbe essere accompagnata anche dai primi eventi temporaleschi.
Salvo eclatanti novità non individuabili dai modelli matematici non tanto nel breve medio, ma soprattutto lungo termine, l’inverno 2021-22 si concluderà con ampie anomalie. Soprattutto con un fortissimo deficit pluviometrico in tutta la regione, che non sarà di certo colmato dalle possibili precipitazioni che riprenderanno nelle prossime settimane. Inoltre, per quanto riguarda la temperatura, queste continuano essere sopra la media in montagna, mentre in pianura, le inversioni termiche con le nebbie hanno ridotto notevolmente l’eventuale possibile anomalia termica, e da queste parti si sono percepiti il freddo e l’umidità invernale.
Ora, in un contesto così sconquassato, il rischio palese, ma solo ipotetico, è che si possano avere fulmine ondate di freddo con maltempo in febbraio, quindi neve a quote pianeggianti. Ma ciò come detto, ora come ora è solo teoria, mentre è un timore ben più consolidato la possibilità di tardive ondate di freddo tra marzo, e forse anche la prima parte di aprile, divenuti ormai eventi meteo tipici.
Il rischio di tardive ondate di freddo quest’anno si avvale di un contesto meteo decisamente anomalo della circolazione atmosferica europea. E tali eventi meteo potrebbero essere anche molto intensi.
ATTENZIONE
L’atmosfera è un sistema caotico. Le previsioni, essendo per l’appunto “previsioni” sono sempre da confermare. In genere l’affidabilità diminuisce sensibilmente dopo i 3-5 giorni di validità a seconda del periodo dell’anno, e della configurazione atmosferica, oltre che altri fattori locali.