In campo meteo caldo afoso e torrido hanno due significati ben distinti: è afoso quando ad una componente di elevate temperature si somma quella di un alto tasso di umidità. È torrido quando i valori termici sono altissimi (anche oltre 40 gradi), ma con umidità assai basse.
La componente afosa è una miscela che causa un alto disagio fisico, assai comune in Pianura Padana durante le onde calde estive. Più il tasso di umidità è elevato, più si rallenta il processo di raffreddamento da evaporazione della pelle, ad opera del sudore che evapora. Il calore diventa opprimente ed il corpo umano sente una maggiore temperatura.
Viceversa, sebbene il caldo secco si possa accompagnare a temperature molto elevate, la sensazione di disagio fisico per la calura è minore.
Facciamo un esempio: con 30°C ed il 25% di umidità, la percezione di calore è molto limitata; con valori di 35°C e 10% di umidità si può sentire meno caldo che con 28°C e 80% di umidità.
Il corpo umano produce sudore quanto basta per raffreddare la pelle dalla sensazione di calura, l’evaporazione sottrae calore e si percepisce una temperatura inferiore.
Oltretutto, concorre un ulteriore fattore, ovvero il vento, che attenua ulteriormente la sensazione di caldo, perché accentuano relativamente l’evaporazione dalla pelle: quanti di voi, dopo un bagno in mare, appena usciti in battigia sentono freddo se c’è ventilazione, anche se il sole scotta e siamo in pieno luglio?
Un’ultima precisazione, che spesso i media tendono a confondere: caldo torrido non è il superlativo assoluto di caldo (caldissimo), ma è la definizione di caldo secco, a prescindere dalla temperatura (anche se si sottintende un valore termico molto alto).