L’isola di calore urbana è un noto fenomeno meteo nel quale è presente una maggiore temperatura nelle zone interne e perimetriche di una città, sia di giorno, sia di notte.
Il maggior accumulo di calore è determinato da una serie di concause, in interazione tra loro; ne elenchiamo alcune:
- la diffusa cementificazione;
- le superfici asfaltate che prevalgono nettamente rispetto alle aree verdi;
- le emissioni degli autoveicoli, degli impianti industriali e dei sistemi di riscaldamento e di aria condizionata ad uso domestico;
- il massiccio uso di condizionatori, che sparano fuori aria calda;
- le mura perimetrali degli edifici cittadini, che impediscono al vento di soffiare con la medesima intensità che viene registrata nelle aree aperte fuori della città: gli effetti eolici possono essere inferiori fino al 30% rispetto alle aree rurali limitrofe, limitando così il ricircolo di aria al suolo e il relativo effetto refrigerante durante la stagione estiva;
- il rapporto tra superfici orizzontali e superfici verticali è più basso, ciò inibisce la dispersione di calore tramite irraggiamento termico.
Sono stati compiuti studi per la valutazione degli effetti dell’eventuale adozione di politiche architettoniche che puntino a un aumento dell’albedo, variando, ad esempio, attraverso colorazioni più chiare, i fattori di riflettanza delle superfici urbane (come tetti e strade asfaltate). Gli effetti immediati riguardano il miglioramento del microclima e del livello del comfort residenziale nelle aree urbane, con positive ripercussioni globali sulla mitigazione del riscaldamento globale. Inoltre, tali modifiche renderebbero le grandi città meno energivore.