Il temporale di calore è un fenomeno meteo tipico dell’estate e delle montagne (e aree prospicienti ad esse), quindi logicamente anche della Lombardia.
Nelle ore centrali del trimestre estivo (ma in genere del periodo maggio-agosto) l’aria riscaldata dal sole tende a staccarsi dal suolo e a sollevarsi, in quanto più calda e quindi più leggera rispetto all’aria che la circonda. La bolla calda che si crea, la termica, nel salire incontra aria con temperatura più bassa e questo le fornisce ulteriore spinta verso l’alto. L’umidità contenuta nella termica si condensa in goccioline, dando vita a una piccola nube (cumulo), che può poi evolvere in nubi temporalesche. In montagna l’orografia aspra e complessa aiuta ulteriormente l’ascesa della termica, così sono più frequenti i temporali (fenomeno meteo ben noto agli escursionisti).
Oltretutto, risultano fenomeni assai difficili da prevedere, per tre motivi:
- NON si riescono a prevedere guardando le mappe meteo o le cartine;
- Vengono enfatizzati dai versanti (quindi sono estremamente locali);
- Sono velocissimi: nel giro di mezzora si può passare da un innocuo cumuletto a un temporale o acquazzone.
Chi pratica escursionismo sa bene che non sussistono quasi mai le condizioni meteo che garantiscono che non ci sia una nuvola in montagna. Insomma, sulle Alpi piove sempre in estate, tranne in un caso: la cupola africana con i massimi sulla Lombardia.
In tutti gli altri casi, può potenzialmente piovere (anche solo “due gocce”) in qualsivoglia giorno estivo, anche sotto regime di alte pressioni azzorriane o correnti da nord/nordovest, che in pianura danno esclusivamente sole terso.