Il meteo di questi giorni è chiaro. Ci saranno quasi 20 gradi, senza una nuvola e per giunta senza l’ausilio del favonio. In altre parole: fa troppo caldo.
È vero, piuttosto che una grigissima e cupa giornata di Dicembre, molti di voi penseranno che sia meglio ora. E come dar torto.
Il problema però sta nelle conseguenze che andiamo ad elencare adeguatamente.
Siccità
La prima conseguenza di cielo ostinatamente sereno e mite è -ovviamente- la totale mancanza di precipitazioni. Questa purtroppo è una condicio ricorrente.
Da quasi due anni la Lombardia, ma così pure molte zone del Nord e addirittura europee, sono a corto di acqua. I fronti latitano, i fiumi sono in secca, i laghi si abbassano e le scorte nevose scemano.
Questo è un quadro a cui dovremo necessariamente abituarci. Si chiama “nuova normalità” ed è dettata dai cambiamenti climatici.
Evaporazione superficiale
La seconda conseguenza è il prosciugamento degli strati superficiali. Ciò non sarebbe un problema, perlomeno sul breve periodo, se nel sottosuolo ci fosse tanta acqua, ma sappiamo che non ce n’è. O meglio, ce n’è poca, rispetto ovviamente alla media.
Novembre, Dicembre e in parte Gennaio sono stati mesi discretamente piovosi, ma nulla han potuto nel far recuperare l’immane deficit del 2022, l’anno più caldo, secco e soleggiato di sempre, una sorta di annus horribilis.
Risveglio precoce
L’ultima conseguenza è il risveglio precoce della natura. Se fa caldo le piante si svegliano prima, ma trovano un terreno secco e quindi tendono a non far sbocciare le gemme.
Quindi, da un lato si trovano incentivate a germogliare, dall’altro no. Va da sé che anche loro vanno in confusione e ovviamente non riescono a calibrare bene il risveglio.
Alla luce di ciò, non resta davvero che sperare che Marzo e in genere la Primavera riescano a essere generosi in quanto a piogge e nevicate. Ne avremmo davvero bisogno, altrimenti l’Estate 2023 potrebbe essere nuovamente difficile…