La situazione meteo della Lombardia propone correnti orientali. Il conflitto russo-ucraino è sulla bocca di tutti i giornali e la pessima notizia del 4 marzo è che c’è stato un attacco a una centrale nucleare su suolo ucraino. Che conseguenze per noi?
Una precisazione
La Russia sta attaccando le centrali nucleari ucraine, ha conquistato la maggiore, rivelatasi la più grande d’Europa, ora mira ad un’altra centrale, la seconda del Paese. Probabilmente è obiettivo delle forze militari conquistare aree strategiche, però da quelle parti c’è una guerra vera, ci sono missili e artiglieria pesante, e migliaia di teste di soldati terrorizzati da ambe le parti, perché la guerra noi la vediamo nei film, loro la vivono.
Un imprevisto è da mettere in conto. E per tal motivo che in Europa c’è subbuglio, ciò anche per le minacce dell’uso di armamenti nucleari da parte di Putin verso l’Occidente. Cosa -ora come ora- da escludere.
Le centrali
Le centrali nucleari russe e ucraine sono quasi tutte di seconda generazione, questo significa che un errore umano, un sabotaggio, potrebbero replicare la situazione che abbiamo avuto con Chernobyl, il 26 aprile 1986, il più grave incidente della storia. Inoltre, in uno stato di guerra, chi ci assicura che vi saranno interventi rapidi ed efficaci nell’ipotesi di un incidente nucleare?
In Lombardia
Per ora non ci sono rischi particolari di radioattività, ma non possiamo contare sul meteo. Se c’è un attacco nucleare, prima o poi le radiazioni arrivano dovunque, specie anche in Italia, che siamo così “vicini”. Il discorso oltretutto è più ampio e va trattato a parte. Facciamone un sunto.
Le fonti energetiche
Ormai è evidente che l’energia estratta da prodotti di origine fossile non è sufficiente, e costa tanti danari oltre che altamente inquinante. E abbiamo anche la battaglia del clima che cambia da combattere, e questa riguarda tutti, non solo ovviamente la nostra regione. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi della gente: basta vedere com’è stato il meteo di quest’inverno, così anonimo e scarno.
Dovremmo incentivare l’energia ottenibile dalle fonti rinnovabili, ma i passi da fare sono biblici, però spendiamo cifre immani in armamenti, distruggendo città e paesi, e non perseverando il nostro Pianeta. Insomma, ci vorrebbe in primis una volontà POLITICA e COLLETTIVA, ma in tal frangente c’è poco da essere ottimisti. E la guerra ci fa ricordare che esistono problemi sociali, umanitari, politici ed energetici da tener bene in considerazione…