Già venerdì 11 febbraio la Lombardia sarà alle prese con meteo incerto. Molte nubi, qualche pioviggine, ma subito delle schiarite dal pomeriggio e sera. Il fronte servirà a scalfire l’anticiclone e a consentire l’ingresso di masse d’aria più fredde dal Nord Europa.
La svolta
Questo primo impulso frontale preparerà il terreno al vero colpo di scena atteso per l’inizio di settimana, quando farà irruzione una perturbazione ben più organizzata. Il fronte giungerà in seno ad una saccatura più incisiva, che sarà capace di sprofondare sul Mediterraneo, facendo piombare la Lombardia nell’inverno!
Dettagli neve in arrivo
Il ramo attivo della perturbazione entrerà in scena poi lunedì 14 febbraio, giornata di San Valentino, con precipitazioni che diverranno più diffuse ed intense. Sarà neve sicura oltre i 1000 metri (anche abbondante), ma è su pedemontane e pavese che ci potrebbe essere qualche sorpresa…fin quasi al piano! Le isoterme sono fredde, ma non così rigide da assicurare una imbiancata. Ma poco importa: serve acqua e stavolta pare sia davvero la volta buona!
Che novità!
Il fronte atlantico originerà una depressione ben strutturata, favorevole al maltempo. Il ritorno delle piogge e della neve rappresenta una novità clamorosa, visto che dopo circa due mesi l’anticiclone perderà davvero il controllo e consentirà il passaggio di una vera perturbazione in seno alle correnti atlantiche.
È dal 10 dicembre che non c’è una passata piovosa per l’intero Nord; è vero, è piovuto altre 4-5 volte, ma sempre troppo poco e comunque non uniformemente in tutta la nostra regione. Le nebbie frequentissime hanno calmierato la secchezza dei terreni, ma le Alpi sono decisamente troppo spoglie. E poi da una settimana c’è eccesso di favonio, che inaridisce ulteriormente gli strati superficiali.
La svolta?
Non possiamo però parlare al momento di una vera svolta meteo, visto che l’anticiclone potrebbe riportarsi alla situazione precedente dopo metà mese. Tuttavia, questa parentesi perturbata sarà significativa e darà un po’ di ossigeno alle terre assetate e soprattutto potrebbe porre fine all’emergenza secchezza dei suoli, che origina pericolo incendi.