Effetti della neve chimica in Lombardia.
Considerazioni
In pieno inverno in Lombarda, a volte, può fioccare senza perturbazioni, in condizioni meteo nebbiose. Ma com’è possibile? Se sussistono fitte nebbie invernali in Pianura Padana, con temperature rigide e gelo notturno, salgono le possibilità che in qualche zona si possano verificare episodi di neve chimica.
Il fenomeno è stato segnalato nei giorni scorsi (21-23 gennaio), qua e là in alcune zone di pianura della Lombardia, sulla provincia di Monza-Brianza e nel milanese.
Le caratteristiche
Si tratta pertanto di fiocchi di neve che non derivano dalla nuvolosità (cioè da un fronte perturbato), ma dall’interazione del vapore della nebbia con i nuclei di condensazione, legati agli inquinanti nei bassi strati. Tale fenomeno meteo tende a coinvolgere aree localizzate, in genere non lontane dai maggiori agglomerati industriali e comunque in aree antropizzate.
Biossido d’azoto
Il biossido di azoto inquina l’aria principalmente a causa del traffico e della combustione di combustibili fossili nei processi industriali. Ha un impatto significativo sulla salute umana, contribuendo in particolare ai problemi respiratori.
Una precisazione
La neve chimica è un tipo di precipitazione vera e propria e si differenzia da altri fenomeni come la galaverna o la brina. In tali casi avviene il deposito di cristalli di ghiaccio su superfici più fredde, che poi vanno ad aggregare le goccioline presenti nella nebbia.
Il caso della neve chimica è particolare, in quanto cadono fiocchi come in una vera nevicata…eppure siamo in presenza di classiche condizioni anticicloniche invernali!
Essa si lega essenzialmente alla presenza di particelle inquinanti nell’atmosfera (rilasciate dagli scarichi di fabbriche ed industrie), che fungono da nuclei di condensazione con il vapore acqueo (umidità elevatissima in presenza di nebbia), favorendo così la formazione e la caduta di cristalli nevosi. Insomma, nevica senza nuvole!
Come si origina
Gli elementi necessari al verificarsi di questo fenomeno risultano essere
- La presenza di fitti banchi di nebbia.
- Temperature abbondantemente al di sotto dello zero.
- Aree inquinate.
- Zone soggette a inversione termica (le pianure).
Amarcord
I meteo appassionati con qualche annetto sulle spalle ricorderanno il 1989 ed il 1990. Furono i primi anni in cui questo fenomeno meteo fu particolarmente ricorrente in alcune aree della Val Padana.
Cos’ebbero di particolare? Un’assoluta e persistente presenza di duraturi campi d’alta pressione. In considerazione del calo d’inquinanti e della nebbia, questo fenomeno è ora divenuto meno consueto, ma in quest’annata così stabile è tornato un poco alla ribalta.